Vai al contenuto
14 luglio 2010 / raullarsen

Julian Assange e Wikileaks

In questa prima parte del 2010, uno degli eventi giornalistici più clamorosi è stato la diffusione del video dell’uccisione di undici civili da parte dei militari USA da un’elicottero Apache in Baghdad il 12 luglio 2007. Il documento fu pubblicato in Internet da Wikileaks, creando un sito apposta con un nome suggestivo, Collateral murder.

Internazionale se ne occupò del fatto due volte, nella colonna di Giovanni de Mauro del numero 841, e pubblicando la traduzione di un’articolo di David Kushner nel numero 843.

L’analista informatico dell’Esercito USA Bradley Manning è stato arrestato e formalmente accusato di aver rubato informazione riservata, tra cui il video della strage di Baghdad, che poi è arrivata in mano a Wikileaks.

Julian Assange, co-fondatore e voce pubblica di Wikileaks, intervistato dal Guardian, spiega il suo modo di concepire il giornalismo, i giornalisti ed il loro rapporto con le fonti. Sulla fine, esprime un’idea che fa rabbrividire:

“Qualche mese fa ero ad una conferenza sul giornalismo, e c’erano dei poster che dicevano che dal 1944 ad oggi sono stati ammazzati mille giornalisti. Questo è scandaloso. Solo mille! Quanti poliziotti sono stati ammazzati dal 1944? Quante persone sono morte in incidenti stradali dal 1944? Forse 40.000. I poliziotti, che hanno un ruolo serio nel combattere il crimine, muoiono di più. Loro prendono sul serio il proprio lavoro”

5 commenti

Lascia un commento
  1. Barbara / Lug 15 2010 8:46 am

    Mi sono presa i 17 minuti cui accenna Ezio Mauro e.. sono rimasta shoccata dall’azione ma ancora di più dal negare l’evidenza, dalla facilità con cui questa gente dagli elicotteri spara, quasi fosse uno di quei giochi che si trovano nei bar. Ma quegli uomini come fanno a tornare a casa e a vivere una vita normale? ,

  2. fritz MT-01 / Dic 8 2010 6:01 PM

    Questo caso di un hacker arrestato per aver rese pubbliche le affermazioni *dietro le quinte* della politica mondiale mi spinge a scrivere la mia opinione (di informatico). Sono fondamentalmente contrario al hacking; a chi cerca di violare la privacy altrui per propri fini opportunistici e spesso immorali, e sostengo chi combatte questa piaga parassita. Dai Trojan al Phishing, script virali e software buggato per fini marketing. Quando incontro questo tipo di approfittatori sono e sarò sempre contrario e disponibile a qualunque reazione – anche ritorsiva.

    Ma nel caso specifico di questo specifico atto di Julian Assange sul suo sito wikileaks, un attacco cosiddetto *hacker* NON sono invece d’accordo. E mi spiego meglio. Non si tratta di un attacco ma della pubblicazione di contenuti *sensibili* che smascherano la vera faccia della politica mondiale. Nessuno ha affermato che si tratti di documenti recuperati attraverso attacchi informatici ai server istituzionali. Al contrario, e parlo per conoscenza tecnica, questi attacchi hanno effetto ormai solo se c’è un *basista* all’ interno; se ce una persona nell’ istituzione che dia indicazioni specifiche per entrare sui server.

    Nel caso di Julian Assange sono del parere che i documenti gli siano stati inviati volontariamente da tecnici interni delle diverse istituzioni, ragazzi che ci lavorano e che ne hanno le tasche piene dell’ immoralità e del parassitismo della attuale classe politica. Tecnici che conoscono l’ underground, Wikileaks e Julian Assange, ovviamente.
    Persone che non vengono nemmeno notate dai diversi dirigenti e capetti/e, arrivisti/e senza scrupoli, burocrati e politici; figure dirigenti che troppo spesso non dispongono nemmeno della minima parte di conoscenza e competenza rispetto questi *camici bianchi* ormai invisibili nell’ambiente degli uffici istituzionali. Spesso questi *ragazzi del computer* sono così trasparenti che il dirigente di turno dimentica le norme più elementari di privacy ed educazione, parlando e scrivendo quello che gli pare senza farsi la minima domanda di chi è presente e/o che poi gestirà queste comunicazioni! E anche qui parlo per conoscenza e esperienza indiretta.

    Ormai quelli che dovrebbero essere dei esempi per la popolazione si comportano con sempre maggior arroganza e spavalderia nei loro più vergognosi comportamenti! E quale migliore arma di difesa e reazione, quella di pubblicare e rendere noto a tutti chi sono realmente questi amministratori e come si comportano per il loro paese? Ed è in questa cornice di invidie, mobbing e antagonismi politici che, secondo me, si è realizzata questa fuga di notizie e di corrispondenza privata amministrativa.

    Ecco perché sposo pienamente la tesi dell’ invio volontario di tale documentazione al portale ufficiale Wikileaks di Julian Assange. Ormai un vero e proprio organo di informazione mondiale.

    In effetti si tratta semplicemente di una pubblicazione di testi in forma editoriale. Lo stesso reato che qui in Italia si persegue quando dai tribunali *scappano* informazioni alla stampa.
    L’attuale classe politica europea è rappresentata dalla crema dei più inetti e più imbarazzanti politici che i diversi paesi europei hanno allontanato dai propri seggi negli ultimi decenni. Escluse poche eccezioni, la statistica della maggioranza di questi personaggi disegna un quadro di parassiti burocratizzati e supportati da grandi schiere di sostegno clientelare legate ai più diversi interessi commerciali. La cosa vergognosa è che questa dirigenza è ormai giunta alle leve del potere sovranazionali. Hanno superato per potere i papaveri nostrani. Quasi ogni giorno se ne sente una nuova riguardo le loro legislazioni e decisioni che sempre più spesso ingeriscono e danneggiano i diversi paesi membri. Sembrerebbe quasi una lotta di potere ormai tra l’organismo europeo contro i singoli nazionali.

    Ed ecco che qualcuno ha avuto il coraggio di pubblicare cosa ci sia veramente dietro le quinte: quali siano i ragionamenti e pensieri che animano i nostri più alti amministratori. La reazione rabbiosa e immediata che hanno avuto dimostra sopra ogni qualsiasi dubbio che Julian Assange ha colpito nel segno. Ha strappato le loro maschere di amministratori per bene.
    Se avessero le coscienze a posto, se fossero veramente degli statisti ed esempi per la popolazione, non ci sarebbe stata alcuna reazione. Forse qualche commento e qualche risata. Ma sembra che se la siano presa così tanto da emettere un mandato di cattura internazionale ed europeo! Ve lo immaginate? Nemmeno fosse un assassino scappato all’estero tra i tanti che spariscono dopo averne combinate di tutti i colori – in modo reale e non solo scrivendo dei testi!

    Ora, che lo hanno in pugno, gli tapperanno la bocca; comprandolo probabilmente. Succede sempre così. Ancora una volta hanno chiuso immediatamente una finestra che mostrava con chi abbiamo a che fare. Chi governa veramente e come amministra. Chi è il responsabile, per esempio, dello sfascio economico attuale.

    Ecco perché questa singola azione di wikileaks la ritengo una mera pubblicazione editoriale di atti secretati e non un’azione di hacking come questa popolazione di amministratori politici l’ha etichettata.

    • samaracroci / Dic 28 2010 5:04 PM

      Ciao! Grazie mille per il tuo intervento molto ben spiegato.
      Condivido anche le tue ultime opinioni, anche se spero che Assange non si sieda mai al banco delle negoziazioni con i politici più corrotti.
      Un saluto e grazie ancora.
      Samara

Trackbacks

  1. Perché il mondo ha bisogno di Wikileaks « Blog di Orazio

Lascia un commento